martedì 12 giugno 2012

Avrei voluto invecchiare...

Avrei voluto invecchiare, vestendomi di rughe e di saggezza: lo sguardo attento, partecipe, di chi ha visto tanto, ha lottato sempre, ha capito qualcosa, ma la curiosità se la porta ancora addosso, come le chiavi di casa... Avrei voluto viaggiare, prendere il treno, un treno e... andare: scoprire angoli di mondo che nulla hanno in comune se non gli sguardi della gente che vi abita. Avrei voluto ridere con i miei nipoti, vederli crescere, diventare uomini e donne... Avrei voluto un quadrato di terra davanti a casa per piantarci i pomodori, e un caminetto, un bicchiere di vino rosso tra le mani, il calore dell'amicizia che si fonde con quello del fuoco.
Ma il ron ron della gatta è l'unico rumore che turba questa notte che scolora nel giorno. Vivere sarà anche oggi fatica e immaginazione, brevi passi esitanti in questa prigione che la vita, la sfiga, il destino, gli errori, la probabilità statistica, mi hanno cucito addosso?