Ho seguito l'interessantissimo scambio di opinioni seguito al post di Bifo, sul blog di Loredana Lipperini.
Cosa si profila all'orizzonte dopo la debacle della sinistra?
Il nulla, o peggio, l'orrore? E per smentire le due apocalittiche previsioni, cosa fare?
Innanzi tutto darsi da fare
E' scomparsa la Sinistra dal Parlamento, non le idee e i valori di cui si era fatta paladina, quindi, fino a quando ci sarà un'ingiustizia, avrà senso combatterla e essere dalla parte di chi protesta. Il cambiamento riguarda solo le nuove forme d'ingiustizia, non il dolore, la rabbia, l'umiliazione che ne conseguono e che sono tuttora presenti.
Ma chi può capirla l'umilazione? Un Bertinotti ben pasciuto, colto e preparato che, sfoggiando una erre da salotto buono, non può che parlarne in termini fantastico - letterari, perche lui, il Bertinotti, del quotidiano peso e dolore dell'umiliazione nulla può saperne?
Servirà qualcuno a cui il calcio in culo faccia ancora male, sia un ricordo che brucia sulla pelle e, allora, le parole gronderanno rabbia e bisogno di giustizia e, a parlare, saranno coloro che non hanno prospettive, coloro che sono umiliati, diseredati, spaventati e arrabbiati.
Come affermò Natta, ad un comizio, tanti anni fa " L'Italia non è un paese povero, è un paese ingiusto!! " e scommettiamo che il messaggio arriverà, di nuovo, forte e chiaro per tutti?
Dove, e con quali modalità sempre più sofisticate, si manifestano le ingiustizie?
" Segui la via dei soldi ragazzo, segui la via dei soldi, dove ce ne sono troppi e troppo facili da incassare, lì c'è un'ingiustizia " ha suggerito un compagno che ha fatto il partigiano.
Sarà necessario percorrere in lungo e in largo le valli, le strade dei paesini, dei paesotti e delle città, piccole e grandi che siano, per raccogliere, a ogni passo, le testimonianze dell'ingiustizia e della sopraffazione del più fotrte sul più debole. Servirà, a mio avviso, una struttura per meglio organizzare la protesta, all'interno però di regole di corretta democrazia che già esistono, e non dovranno essere ignorate.
Penso ai giovani che hanno molta voglia di consumismo e poca voglia di faticare, studiare, imparare ecc, e avverto il bisogno di qualcuno che rappresenti la memoria storica della società. I vecchi, che hanno tempo e ricordi da vendere, potrebbero passare il testimone mentre la generazione di mezzo sgobba per portare a casa il pane e i loro figli si rincitrulliscono davanti al pc o alla televisione.
Altro che cartoni animati, vuoi mettere un nonno che racconta di quando suo padre era partigiano o fascista o comunista o sindacalista in un Paese come l'Italia, dove alcune di queste scelte erano pericolose come cacciare leoni nella savana armati solo di frecce e coraggio?
A scuola professori - di nuovo anche uomini e non solo donne, troppo spesso a fare le mamme dalle cattedre - per parlare delle regole, spiegando che, quando le violi, paghi. Professori che abbiano come obiettivo didattico prioritario l'acquisizione della capacità critica perchè la scuola non continui a sfornare persone impreparate ad affontare la realtà perchè prive di cultura e di stumenti di analisi.
Forse abbiamo dimenticato che i giovani sono la nostra speranza, la nostra ricchezza e il nostro futuro: sono ciò che saremo, e i vecchi, depositari della memoria, sono quello che siamo stati.
Senza passato e futuro cosa saremmo?