giovedì 11 dicembre 2008

Quando c'erano le mie donne...

A chi ha la mia età capita di essere depresso? Capita, capita...ma, tanto.
Ma tanto perché?
Beh, per cominciare non devo tenere alto il livello del mio rendimento sul lavoro.
Infatti sono in pensione. Non rischio nemmeno di contagiare figli e/o mariti: per i fatti loro i primi, divorziata dal secondo; residente altrove il compagno. Se poi non troverò la voglia di farmi due spaghetti, mi farà soltanto bene: al giro vita e al portafogli.

Che siano le avanguardie del trauma da festività natalizia, nonché del rendiconto annuale del 31 dicembre che io, nonostante la mia laurea in economia, non riesco mai a far quadrare, e non soltanto perché il totale a pareggio "sballa"?

"Anno bisesto, anno malsesto" avrebbe sentenziato nonna Angela, che di angelico aveva solo il colore degli occhi, azzurri sì, ma capaci nei suoi momenti migliori di mandare bagliori d'acciaio. Eppure le ho voluto un gran bene e, soprattutto, l'ho ammirata. Donna coraggiosissima, capace di sfidare i benpensanti convolando a nozze con un uomo molto più giovane di lei, dopo aver risposto, ai familiari che la esortavano a riflettere: "El me piasi e me lo ciogo". Esempio perfetto di concisione e determinazione.

Fu lei, come ho già raccontato, a prendersi cura di me durante la guerra, barattando un vestitino da battesimo, ricamato a mano, con due limoni, nel tentativo di arginare una gastroenterite tossica che mi stava mandando al Creatore. Fu sempre lei che tanto fece, e tanto corse e protestò, che un ufficiale medico americano venne a visitarmi e mi salvò, sia dalla morte per dissenteria sia da quella per fame.

Forse perchè nata in guerra, forse perchè allontanata dai genitori piccolissima o, chissà, fatta rientrare in famiglia quando ormai mi ero abituata a considerare mia nonna una madre, io, le feste natalizie, non le ho mai potute sopportare.

Il "cessate il fuoco" di poche ore, giusto il tempo di scartare una maglia di tre misure più grande del dovuto, ringraziare per un libro sui funghi mangerecci (chiaramente riciclato), rimpinzarsi di caviale pseudo norvegese, panettone Bauli al cioccolato, brodo "in terza: cappone, gallina e?" per piombare, in preda alla depressione e appesantita dalla difficoltà di digestione, sul divano del salotto, a ruminare cibo e cattivi pensieri...Beh, mi sembra uno dei tanti modi escogitati dal bipede umano per rovinare la sua già grama esistenza.

Cattivissimi pensieri! dicevo. Almeno ci fosse la nonna o la mamma. No!, mi hanno piantata qui con le spalle scoperte a fare la nonnina 'Jingle bell'. E è già un miracolo che non mi bardino da Babbo Natale con tanto di barba, sacco di doni sulla schiena e aria paciosa, mentre con la voce in falsetto dovrei tentare, quasi sicuramente senza riuscirci, di fingere una voce da nonno buono.

Ci fossero almeno le mie donne a farmi compagnia... Nei momenti duri avevamo la capacità di riderci addosso. Nonna poi avrebbe cucinato come sapeva fare lei e ci saremmo ritrovate davanti ai fornelli a litigare sugli ingredienti, ognuna convintissima della validità delle proprie ricette. E mi avrebbero tirata su di morale sfidandosi in un crescendo di " I omini?" la nonna, e la mamma "Un pegio dell'altro", seguiti da "Meio sole che mal acompagnade" " te vol meter le done? " " La dona tien su tre angoli della casa e...l'omo? "
Nonnina avrebbe risposto: "Nianca un!" E poi il finale a effetto di mia madre - ripetuto, ma sempre valido - "El meio, coparlo!". E io avrei cominciato a ridere e mi sarei fatta
raccontare di quella volta, quella volta in cui...

Sono io, ormai, soltanto io la custode della memoria, diventata, come dice la chanson des vieux amantes, vecchia, ma ancora e ostinatamente non saggia, così poco saggia da immalinconirmi e deprimermi per una una ricorrenza alla quale dovrei aver imparato a dare la giusta valenza.
Dovrei: o viverla bene, tra cadeaux e canzoni di Natale, o sottrarmi alle aspettative, ai rituali, ai condizionamenti consumistici...Mah!

A proposito di "brodo in terza", dovrò chiederlo a mia figlia che, come abilità culinaria, te la raccomando. Beh, il quaderno delle ricette natalizie dove sarà mai? Se la custode della memoria... dimentica, siamo messi male! Mi rimane un dubbio: se buttassimo tutto all'aria? Se mangiassimo un panino e spiegassimo ai bambini che ...?
Non si può?
Non si potrebbe proprio'?