martedì 23 febbraio 2016

Che splendido funerale laico quello di Umberto Eco! Tralasciando gli interventi ufficiali, prevedibilmente scontati, mi ha colpito quella sottile aria di festa, quell'arrivederci, non un addio, ad amici e familiari ... 
Sommerso sotto manciate di margherite, con il giusto sottofondo musicale, si sarà "vissuto" - ne sono sicura - questo ultimo incontro, tutto giocato sul filo sottile dell'ironia intelligente e della cultura,lasciando intravedere quella dimensione di sé privata, accuratamente celata in vita al grande pubblico. Mai come in questa occasione l'ironia mi è sembrata scelta di pudore di fronte al dolore che si vuole contenere, filtrare, rifiutandosi di darlo e darsi in pasto all'occhio invadente delle telecamere.
Ha strizzato l'occhio a tutti, Umberto Eco, e per l'ultima volta, accomiatandosi da noi con quella frase (messa in bocca a Moni Ovadia) su un Dio che mal sopporta i credenti e strizza l'occhio, a sua volta, ai non credenti... 
Mi mancherai, ci mancherai ...