venerdì 19 settembre 2008

AMAZZONIA ADDIO

Ho notizie da amici di ciò che sta accadendo in Amazzonia. Mi sono arrivate anche fotografie terribili ...gente massacrata, corpi violati, picchiati...
E, paradossalmente, non mi sento di mostrare questo orrore. Perchè?
Per rispetto verso questa povera gente, colpevole soltanto di aver tentato di sottrarsi allo sfruttamento e alla miseria? Certamente, ma anche perchè l'irrompere della violenza con il crudo realismo dell'immagine mi ha reso stridente il contrasto con il silenzio comodo e protetto della mia casa, la tazza di caffè sul tavolo, il computer aperto e il sole che sta tramontando colpendomi con sciabolate di luce che illuminano i miei colpevoli pensieri.
Scrivo, ma non so trovare le parole giuste, non riesco a essere sufficientemente incisiva. Se uno di quegli uomini massacrati fosse mio figlio? Allora sì urlerei, bestemmierei dando la stura alla disperazione alla rabbia, all'indignazione. L'Amazzonia è così lontana, ma non per depredarla, per abbattere e bruciare le sue foreste, mi suggerisce una voce, mentre lo sguardo mi cade sulla mia libreria che trabocca di libri. Carta, la mia casa è piena di fogli, appunti, giornali: carta, carta dappertutto
Se la morte è oscena, è altrettanto osceno chiudere gli occhi. Osceno e inutile perchè quelle immagini terribili le ho ormai in testa, mi gravano sull'anima.
Si può fare qualcosa? mi chiedo e vi chiedo.
Che cosa?

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