venerdì 12 settembre 2008

Perchè un blog?

Perchè un blog?

I blogger sono tutti, chi più, chi meno, dei grafomani: gente che ama la scrittura, ma ama anche parlarsi addosso. Fino qua nulla di nuovo. Soprattutto le donne hanno sempre privilegiato la scrittura diaristica, anche perchè non è che avessero molti altri modi per esprimere,con una certa grazia artistica, i loro sentimenti.

La novità risiede in qualcosa di diverso: il blog è, apparentemente, un ossimoro perchè è un diario pubblico, anzi pubblicissimo che viene scritto nella speranza che possa essere letto dal maggior numero possibile di persone.

Quando ero bambina circolavano quadernetti, a uso diario, muniti di chiavetta, che venivano regalati per il compleanno o la Prima Comunione. Ricordo che la sottoscritta passò alcuni giorni a individuare un nascondiglio sicuro, dove celarlo.

E' una valvola di sfogo il diario. Consente che si abbassi, a livelli accettabili, la pressione interna. Senza rompere i marroni a nessuno. E non si potrebbe ottenere lo stesso risultato parlando con qualcuno?

L'età canonica dei diari è l'adolescenza perchè la sensazione di non essere compresi, capiti, soprattutto dai genitori, è una fase di passaggio alla quale nessuno, anche se in maniera diversa, può sottrarsi. Il diario, infatti, si alterna alle confidenze bisbigliate all'amica del cuore, che, molto probabilmente, le divulgherà ai quattro venti. Ma anche il diario - lapsus freudiano - verrà dimenticato, aperto o con la chiavetta accanto o comunque facilmente reperibile, e i suoi segreti diventeranno di dominio pubblico.

Eh sì, un segreto che si rispetti non dovrebbe essere messo per iscritto e tanto meno comunicato verbalmente! Allora è tutta una manfrina usata per comunicare quando le modalità dirette della comunicazione s'inceppano? Per timidezza, per la paura del giudizio, per il timore di non essere accettati per ciò che si é.
E il blogger ha mediamente queste caratteristiche?

Spesso ho sentito dire che il blog consente di comunicare, il che è vero, ma, se la nostra priorità fosse questa, sarebbe sufficiente aprire la porta di casa e... uscire. Pochi di noi abitano sul cocuzzolo di una montagna.

E poi quando scrivi...t'impegni, sei meno sciatto e più concentrato. Anche le cavolate che dici le esprimi con un certo garbo. E per iscritto, non sempre con lo stesso garbo, se scrivi una cretinata qualcuno te lo fa notare. Subito. E, prima ci resti male, poi, impari.

Oltre la porta della nostra casa abbiamo il mondo intero da contattare, con una modalità di comunicazione fatta non solo di parole, ma anche di sguardi e contatti di pelle e odori e suoni e - soprattutto - confronto con l'altro da sè che, però, sfugge al nostro controllo.

La mia sensazione è che la tecnologia, questa sì spaventosamente e prodigiosamente modificata, sia al servizio di un uomo ancora eguale ai suoi progenitori nella paure, nei desideri, nella sua essenza più profonda.

Bastasse un po' di ferraglia dotata di logica consequenziale a modificare il nostro fallace e arrogante cervello...

Ma se anche la personalità del blogger fosse venata di nevrosi perchè ancora adolescenziale, solipsistica, narcisistica e via discorrendo, non ha forse Proust affermato che " I nevrotici sono il sale della terra?"

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