domenica 16 novembre 2008

La que sabé

Mi chiedo quale impatto avrà l'attuale gravissima crisi economica, non in generale, ma sulle donne e, soprattutto, sulle giovani donne.
Cresciute a pane e femminismo, molte - anche se non tutte - da madri lavoratrici, sessualmente liberate dalla pillola, dall'aborto legale, tutelate dalla legge davanti a mariti mascalzoni, libere di convivere con i compagni o di scegliersi una compagna...fruitrici, quindi, anche se apparentemente inconsapevoli, delle sicurezze originate dalle lotte delle loro madri.
Apparentemente.
Ricordo, io che sono già nonna, la mia vita "dalla parte delle bambine": i fiocchi, la vanità indotta, le bambole e i giochi- nel ruolo di mammine - la pazienza e la ritrosia insegnate, la rabbia, l'orgoglio e l'intraprendenza osteggiate, mal viste. Ricordi comuni a molte donne della mia generazione.
Eppure...
Eppure il femminismo, lungi dall'essere una rivoluzione copernicana (non volevamo comandare al posto degli uomini, volevamo rapporti paritetici) e pur conseguendo obiettivi importanti con leggi innovative, ha cambiato tutto per non cambiare nulla, o quasi nulla.
Voi, figlie che avete studiato, vi siete laureate, superando addirittura numericamente i laureati maschi, e, vantando master nei vostri curricula, avete intrapreso carriere inserendovi in professioni,ai miei tempi, inimmaginabili al femminile, siete diverse.
Eppure...
La sottoscritta si laureò in economia e commercio a Trieste, la città che vantava il primato delle donne più libere di tutto il Mediterraneo. Rapporto tra iscritti maschi e iscritte femmine? Uno a dieci, quello che oggi è proprio di facoltà come Ingegneria. Il primo e più brillante laureato del mio gruppo fu una donna. Ogni tanto leggo il nome di alcuni dei miei compagni di università sui giornali e scopro che sono ai vertici di banche, assicurazioni e imprese. Uno è diventato rettore. Magnifico! il rettore, nonché la situazione.
Noi, le laureate del gruppo, abbiamo fatto tanti figli, credo(?) tanti sogni e quelle che non hanno riposto la laurea in un cassetto accanto alle camicie ben impilate dei mariti optando per l'insegnamento, hanno contribuito a quella femminilizzazione della scuola - già abbandonata dai maschi protesi alla ricerca di professioni meglio remunerate e più gratificanti - che non pochi danni ha prodotto. Ma questo è un altro argomento spinoso che non voglio approfondire in questo momento.
E allora?
Allora ho seguito con grande interesse (e affetto!) figlie, amiche delle figlie, conoscenti, parenti, insomma il variegato mondo femminile, giovane che mi circonda, scoprendo che l'avanzamento di carriera lo fa il maschio. Non sempre, quasi sempre. (E' buona norma rispettare una quota rosa). E, a proposito di colori: se arriva un bambino il futuro si colora di nero. Sì, perché mentre voi, le nostre ragazze, vi cullavate sugli allori di presunte sicurezze acquisite, altre leggi venivano varate e, sotto sigle da filastrocca come co.co.co e simili amenità, si reintroduceva il licenziamento (camuffandolo come mancato rinnovo di contratto). Anzi l'astuzia è stata tale da inventarsi una legge che mettesse fuori legge le assunzioni!
Vuoi un figlio? Stai a casa, ché il calore e l'affetto di una madre sono insostituibili.
E' vero ma, soprattutto, in un momento come questo, tralasciando la cronica assenza di supporti validi per le madri lavoratrici, è comodo.
Ragazze di belle speranze, la matematica non è un'opinione: se non c'è lavoro per tutti, chi pensate che dovrà rinunciarvi? La mistica della maternità, gettata fuori dalla finestra, rientrerà dalla porta. E con tutti gli onori. Si alleeranno politica e chiesa e, last but non least, i maschi che nella lotta all'ultimo sangue per avere un lavoro non saranno cavalieri e tutto grideranno fuorché "prima le donne e i bambini".
E allora ragazze di belle speranza: rimboccatevi le maniche! La lotta è appena cominciata e non credo sarà meno cruenta di quella sostenuta dalle vostre madri. Sì, perché dovrete lottare contro voi stesse (i condizionamenti culturali sulla maternità, sulla femminilità, sulla sessualità stanno invadendo di nuovo, come una marea nera, lo spazio intorno a voi) contro i maschi (non tutti, grazie a Dio!, ma molti) contro...Contro tutto? Sì, temo. Vi sia di conforto sapere che siete e siamo forti e che " dopo che tutto è andato o sembra perduto, le donne ridipingono di azzurro le pareti e accendono il fuoco..." perché la donna è "la que sabé" .
Che cosa sa?
Da portatrice di vita, sa che la vita continua.
Deve, comunque, continuare.

2 commenti:

  1. Coraggio...vi rifarete con i maschi delle generazioni vittime della femminilizzazione della scuola.
    Malgrado i pesanti condizionamenti subiti non avete esitato ad utilizzarli non appena ne avete avuto la possibilità.
    Questa è una prova che la natura umana non ha genere.

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  2. Io, personalmente, non ho utilizzato nessuno e non ho mai parlato di superiorità, ma solo di diversità femminile. Il tutto 'malgrado i pesanti condizionamenti subiti'...
    Poi, che la natura umana non abbia genere, è un'altro discorso che mi sento di condividere pienamente.

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