lunedì 5 gennaio 2009

Effetti collaterali

Quale situazione, quale scenario dà anche a te, piccolo uomo banale, che se comandi sul gatto di casa è già tanto, il diritto/potere di trasgredire?
La guerra, soltanto la guerra, stila un anti decalogo dei Comandamenti: odia il prossimo tuo, uccidi, saccheggia, ruba, non rispettare la donna d'altri, bestemmia consentendo alla belva che hai sempre tenuto celata d'inebriarsi del potere di quel fucile che, per la prima volta, finalmente, ti fa sentire, piccolo uomo fragile e codardo, invincibile.
In un attimo educazione, morale, idee, inculcate con tenacia, fatica e pazienza per farti persona e non bestia, saranno spazzate via.
Se riporterai a casa la pelle, sarà pelle di bestia con la quale dovrai, da quel momento, rassegnarti a convivere.
Per sempre!

2 commenti:

  1. C'è molta verità nelle tue parole, ma, ti assicuro, che quando imbracciavo un'arma (e le ho maneggiate abbastanza a lungo per dirtelo) non mi inebriavo di potere, non mi sentivo codardo, fragile o invincibile, ma mi sentivo rivestito di una responsabilità enorme e la mia speranza era di non doverle mai usare contro un altro essere umano.
    Il mio desiderio, fortunatamente, si è avverato. Fabo.

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  2. La guerra è l'istituzionalizzazione del massacro, il fallimento del dialogo e del confronto, la vittoria del più forte...eppure gli uomini continuano, in tutto il mondo, a armarsi gli uni contro gli altri. Perché? Ricordo che mio padre, che aveva vissuto sulla propria pelle due guerre atroci, mi diceva sempre che le guerre si combattono per "el magnar". Tradotto: per la sopravvivenza. Ma io, forse perchè donna e madre, non riesco a tollerare la violenza e quindi, a maggior ragione, quell'apoteosi di violenza che è la guerra.
    Paradossalmente non sono una pacifista ad oltranza e capisco che ci si debba, se aggrediti, difendere...

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