mercoledì 22 aprile 2009

Amore

Amore

Alzò gli occhi e i loro sguardi s’incrociarono.
Si sentì tremare. Dentro.
Il sangue affluito al cervello, picchiando sulle tempie, le annebbiò lo sguardo.
Un’energia inaspettata le mosse i fianchi al ritmo di una melodia che aumentava d’intensità.
I piedi incominciarono a battere sul terreno, mentre le braccia disegnavano spirali … ta,ta,tata, tari ta ta , ta,taaaaa.... veloci, sempre più veloci..
Lui l’aveva invitata a ballare.
Ballare?
Avrebbe potuto volare, come un aquilone ubriaco di vento.
Avrebbe potuto cantare, con quella sua voce stonata che, lo sapeva, ormai lo intuiva, si sarebbe potuta levare alta e limpida come quella di una solista, confusa tra i ceri, dietro l’altare di una chiesa.
Era lui il suo amore.
E, ora, avrebbe potuto anche morire perché, anche se solamente per un istante, aveva riafferrato la vita e, a quella baldracca senza tempo, i grandi occhi chiari gravidi di ricordi, aveva riso in faccia.

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