venerdì 26 giugno 2009

Una società senza madri

“Il Presidente è una persona stupenda, generosa, buona, un….Un papà” gracchia dallo schermo televisivo l’ennesima velina intervistata, mentre io, pensando ai tanti padri offesi, mi sento avvampare di rabbia, ma forse è soltanto desolazione.
Non è sorpresa.
So, e da molto tempo, che non c’è persecutore senza vittima e che il problema del masochismo femminile è serio e doloroso. Conosco la realtà delle donne, assoggettate in famiglia alla violenza di ogni tipo da parte dei mariti, che non denunciano, ritenendosi in fondo meritevoli di pugni e schiaffi.
Un uomo che ti paga – a volte nemmeno quello, promettendoti in cambio una raccomandazione nel suo mondo di amici degli amici, per una prestazione sessuale di una notte, che potrebbe esserti nonno, che è potente, che si sceglie le ragazzine minorenni da un book, ospitandole in una sorta di castello degli orrori – dovrebbe farti sentire un oggetto di piacere, una cosa, una bambolina tutta tette e culo. E invece ti senti una prescelta, una fortunata, una vincitrice, in ciò confermata dal tuo potere di seduzione!
Ma tua madre non è riuscita a insegnarti nulla? E tuo padre? Nemmeno. E la scuola? Nessuna insegnante, non dico femminista, donna, semplicemente donna a parlarti per una volta, almeno per una volta della complessità della condizione femminile, a metterti in guardia contro i vecchi che offrono caramelle alle bambine?
Che esempio abbiamo dato, noi madri, di dignità e orgoglio femminile, dove si è spezzato il filo rosso di una cultura non scritta da passare alle figlie, per renderle orgogliose non solo del proprio aspetto fisico, ma della propria qualità di persone?
Queste carrettate di ragazzine offerte su un piatto d’argento all’ennesimo vecchio, laido e potente, non mette in discussione solo il potere e la credibilità del presidente del Consiglio, getta una luce inquietante anche sul mondo femminile, sulla trasmissione dei valori che le madri, lavoratrici, hanno passato alle figlie. Quella presenza di donne adulte che è venuta a mancare nelle case nei lunghi pomeriggi invernali ha avuto conseguenze? Quali? E quale messaggio ha fatto passare la baby- sitter televisiva?
Sono tante le domande che noi donne dovremmo porci di fronte alla squallida realtà che sta emergendo e ai complessi rapporti tra il femminile e il potere. Chissà perché mi emerge nebuloso un ricordo: le donne tedesche osannanti davanti a Hitler e le brave massaie italiane in estasi davanti al Duce…
Se ripartissimo da lì? Che ne dite, forse non sarebbe una cattiva idea.

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