giovedì 27 agosto 2009

Gentile Presidente...

Gentile Presidente del Consiglio,
mentre scrivevo quell’aggettivo “gentile” mi saliva alla gola una certa ridarola perché la gentilezza che è fatta di misura, attenzione all’altro da sé e una punta di ritrosia, non è tra le sue – pur numerose – doti.
Oggi mi è giunta la notizia da parte di un caro amico di un altro licenziamento. La mia reazione, sulla base dei suoi illuminati consigli, è stata subito improntata a giovialità, barzellette - tratte dal suo ricco e variegato repertorio - sui disoccupati (in questo caso non ci sarà cassa integrazione date le modeste dimensioni dell’industria fallita) e tanto sano ottimismo, improntato a una visione della giornata del disoccupato spaparanzato in mutande (non è poco in queste giornate di caldo torrido) davanti alla TV a godersi i programmi prodotti dalle sue reti. Ma quello aveva proprio il magone, e era plumbeo: come uno di sinistra, quelli che le cose se le fanno andare male proprio per potersi lamentare, per poter scendere in piazza. Ammettessero mai che è una scusa per portare il cane a passeggio, pora bestia…
E’ tutta invidia, Presidente perché Lei è ricco, bello e famoso. Be’, io sulla bellezza avrei qualche dubbio, ma le donne la trovano irresistibile, un vero e proprio trombeur de femmes, pardon tombeur, come certamente la sua fortunata consorte potrebbe, in qualunque momento, confermare se, a furia di bazzicare corsi sull’etica negli e degli affari, non avesse finito per perderci la testa e pensare (quando le donne usano la parte che va dal collo in su, mi permetto di fare mio un suo concetto, i guai sono all’ordine del giorno) che negli affari ci siano regole morali da rispettare e che preferire alla moglie cinquantenne tre sedicenni sia da malati. Idee malsane che le ha messo in testa quel filosofo da quattro soldi che si ostina a frequentare, perché fa tanto intellettuale di sinistra.
Comunque Presidente, e con questo concludo, io la stimo e la ammiro moltissimo, lei è il mio punto di riferimento, il faro che illumina la mia un po’ grigia esistenza. E’ riuscito a farsi dare dalle banche finanziamenti miliardari senza alcuna garanzia, in amicizia, facendosi presentare da politici di rilievo, diventati suoi amici. (Come se la conquista Lei la gente…) quando a me in banca, dove mi conoscono da quando il nonno, buonanima, mi metteva cinquemila lire per il compleanno sul libretto di risparmio, non concedono nemmeno mille euro di scoperto sul conto. E’ sempre circondato da donne splendide… un po’ leggerine, un po’tanto eh, eh, - altrimenti perché le chiamerebbero veline? Non pago, guadagna un treno di soldi e quando ha un problema, va in Parlamento e si commissiona una legge che, come un abito fatto da un sarto, - vuoi mettere - calzi a pennello sulla sua persona. Be’, chi può le leggi come gli abiti, se le fa “su misura” o “ad personam”.
E ora, Presidente, La saluto e le auguro di farsi una bella vacanza ma, dia retta a me, la Veronica la lasci a casa che questa volta ha proprio esagerato e, si ricordi che Noi Italiani la vogliamo in forma, sempre giovane, pimpante, mica come Prodi che sembrava suo nonno.
Buone vacanze Presidente!

1 commento:

  1. come sempre gliele hai cantate! Peccato che la vacanza sia ormai alla fine e che- ecco dove ci andava il putroppo!- sia ora per lui di ri-deliziarci con sorrisi a 64 denti e capelli artificiali, scarpe con tacco interno e , ma questa la penso io- una bella pencera gibaud che aiuta la settantaduenne schiena e contiene gli addominali abbronzati ma inflacciditi. per quelle cose lì, non c'è legge ad personam.

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