sabato 14 novembre 2009

Fooooza Italia

C'era una volta una banda di ragazzini che, sgominati i rivali, scorrazzava nel quartiere. Alla loro guida un capo che era una vera carogna, ma una carogna con i fiocchi. Era costui un ragazzotto corto di gamba ma lungo di lingua. Sfoderatore di sorrisi, ammaliatore, la lacrima facile, falso fino al midollo, animato da un'ambizione divorante che lo catapultava di traguardo in traguardo goloso fino alla bulimia di tutto ciò che era d'altri: denaro, altezza, donne, onori...
Il Capo era riuscito a mettere le mani sul teatrino delle marionette della piazzetta, luogo privilegiato da quasi tutti i bambini del quartiere, dove tirando i fili dei suoi burattini in un tourbillon di scherzi volgarucci, corsi full immersion per rubare nel portafogli di mamma senza essere scoperti nonché falsificazioni di firme genitoriali (a modico prezzo)aveva finito per incantarli con la malia di un pifferaio magico. Ma il nostro aveva un cruccio:voleva più potere, ambiva a diventare il Capo dei bambini di tutto il Paese. Ma come fare? Si era già reso conto che i ragazzini che marinavano la scuola per venire a seguirlo in piazzetta non volevano storie vere, volevano sogni. E lui era un fuoco d'artificio di fantasia, lui li osservava attento mentre le sue storie vedevano emergere i mediocri, i furbetti che si alzavano poveri e alla sera si coricavano ricchi. Aveva fatto sue le pensate più stucchevoli degli adulti dal "pensare positivo" a "ultimo a scuola, primo nella vita" passando attraverso la vendita di amuleti magici, l'iniziazione a riti woodoo ma, soprattutto lui li irretiva propagandando se stesso. "Uno su mille ce la fa?". Quello era stato il suo motto, lui era riuscito dove 999 avevano fallito. Bastava far credere a quei beoti che seguendolo avrebbero conseguito gli stessi traguardi. Ma era entrato in rotta di collisione con i genitori che venivano a riprendersi i marmocchi riportandoseli a casa e vietando loro di frequentare la piazzetta. E lui aveva sfoderato tutto il repertorio del perseguitato, di quello che lotta per un ideale. Lui era lo zucchero e il miele, lui era il Paese dei balocchi, l'Isola che non c'è, l'alternativa alle lacrime e al sangue del sacrificio e della fatica.
Driin driin... Ma cosa cavolo era? La sveglia!? Solo un sogno di ragazzino?, ma lui ormai era adulto. Si affacciò alla finestra e il suo sguardo scivolò sulla fiancata del bus e lo immaginò con quel "Fooooza Italia". Si sentì dentro un rimescolio, quasi un gorgoglio in gola e nel cervello.
I sogni son desideri...

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