Auguri a una donna che c'è, mi verrebbe da dire: con le mie gambe che ogni giorno di più sembrano dimenticare la morbida eleganza del passo, ma poi, in qualche modo, sorprendendomi, ricominciano: uno, due e ancora uno.
Con la mia testa - oh quanto odiata, quanto temuta testa! - che mi ha salvata spesso e dannata sempre. Ieri una ex alunna mi ha detto "Dev'essere comodo essere stupidi, non pensare rende la vita meno dolorosa... " Oh no, mia cara Barbara, l'intelligenza è un dono, anche se, come ben sai, per una donna è una mela avvelenata. Ma la prima spruzzata di veleno è nostra, anche se poi altri veleni, più o meno abilmente dissimulati, rendono quella mela indigesta. Tanta strada dobbiamo ancora percorrere per poter usare la nostra intelligenza in modo corretto: prima di tutto essendone orgogliose, sbandierandola ai quattro venti e non occultandola per dare lustro al primo maschio che ci incanta facendosi passare per il re del pollaio. E noi? Solo galline cieche che ogni tanto colgono il loro chicco? All'interno del pollaio esigiamo pari opportunità e se cogliamo il chicco è perché abbiamo la vista acuta anche se diverso è il nostro sguardo sul mondo. E' l'intelligenza dell'anima che ci è più congeniale. E' l'intelligenza con la quale ricuciamo gli strappi nelle famiglie lacerate (tante, troppe, anche se spesso siamo noi a lacerarle, perché le rivoluzioni non sono giri di valzer...), accogliamo la sofferenza (prima di cercare di dipanarne i nodi) riusciamo a reggere i doppi, tripli ruoli(spesso e incredibilmente, con un sorriso).
E' bello essere donna, anche se è maledettamente difficile, ed è bello poterlo ancora comunicare a mia nipote Martina, a sua madre e sua sorella, alle amiche, le mie preziose amiche... So, con quell'intelligenza del cuore che non sbaglia, che questo variegato (dove si è rintanato il re del pollaio? E la sua/mia schiera di amici?) e caldo mondo che mi circonda mi tiene in piedi più del bastone, sconcertando i medici, che alla valenza terapeutica della scrittura e delle passioni non danno un gran peso.
So che, come le gambe, anche la testa "va a viole" ogni tanto, ma ancora c'è! E so che per abbattere il muro che mi divideva dalla scrittura c'è voluto lo tsunami della malattia.
L'ultima cosa che so è che la vita non ha ancora smesso di sorprendermi e, può sembrare assurdo dopo tante ferite, d'incantarmi.
Grazie a tutti per gli auguri affettuosissssimi che mi stanno arrivando.
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