martedì 13 aprile 2010

Primavera

Ricordi
quelle brusche primavere?
Le prime barche in mare
e noi
le mani nelle mani
la bocca
per baciare
e per cantare?

I merli son tornati
nel cortile
impara a volare
la covata,
l'erba
è già
rispuntata

Faticosa
mi azzanna
la giornata
La primavera è intatta
io
sfinita

In pasto ci davamo
a quelle sere
che una bava di vento
illanguidiva
...
...
la vita
pezzo a pezzo
c'ingoiava.

3 commenti:

  1. M'è parsa molto bella, con quel romanticissimo imperfetto, con la lievissima ironia che la percorre, con il finale strabiliante. L'ho postata nel blog che alimento. Pure, da appassionato, devo manifestarti una perplessità. Hai spezzato gli endecasillabi ("Ricordi quelle brusche primavere" "I merli son tornati nel cortile" eccetera fino a "La vita a poco a poco c'ingoiava"). Forse volevi nasconderli. Non ci sei riuscita. L'endecasillabo è un verso troppo vitale e troppo sincero per sopportare accantonamenti o mascherature. So di intervenire su un terreno minato: per taluni autori la misura del verso o le parole che ne segnano l'inizio, la fine, sono sostanza della poesia e non accidente. Pure provo a dirtelo: perchè, senza nulla togliere o aggiungere non ricomponi quei nobili versi, perchè non ne mostri tutta intera la potenza espressiva?

    RispondiElimina
  2. Ho visto che nel citare ho cambiato un "pezzo a pezzo" con "a poco a poco". Ho fatto male, perchè ho imbruttito il dettato. E tuttavia, il fatto ch'io ricordi i tuoi versi a modo mio, modifificando un po' le parole come si fa con le canzonette, ne documenta la forza ritmica.

    RispondiElimina
  3. Grazie Salvatore per l'attenzione che dedichi al mio blog. Sai che considero il blog un laboratorio di scrittura, luogo virtuale di reali esplorazioni... proverò a seguire il tuo consiglio
    Laura

    RispondiElimina