"Berlusconi è... "e giù tutta una serie di accuse! A milioni di italiani non occorre rinfrescare la memoria, milioni di italiani sanno perfettamente chi è il Cavaliere, perché il Cavaliere non ha cambiato pelle, né bandiera, né ha modificato forma e sostanza dei suoi proclami. E' rimasto quello che era: un uomo che è sceso in campo e si è dato alla politica per non finire in galera, un personaggio che ha ottenuto finanziamenti "allo scoperto" da un sistema bancario che non concede fido senza firme di fideiussione di madre, padre e amante, ma nel caso di Berlusconi ha cambiato le regole, perché chi garantiva era qualcuno di tutto "rispetto", sconosciuto, inafferrabile, ma solido: un fantasma per tutti, ma non per i funzionari della banca alla quale il Cavaliere si rivolse.
Amico dei potenti, quasi per osmosi diventa potente e poi, rapidamente, onnipotente.
Troppo.
Il primo colpo di coda è quello di Veronica, la moglie. Scrive ai giornali e chiede il divorzio.
E in questi trent’anni di convivenza che cosa ha fatto? Si è tappata occhi e orecchie facendosi ammansire con dimore e regali principeschi? Ora che il forziere è pieno ha un soprassalto di dignità offesa?
Tardiva, direi.
Veronica, con le sue parole incrina l’immagine faticosamente e abilmente costruita del Cavaliere che prosegue indomito per la sua strada, attorniato dai codazzo dei servi plaudenti, ma un po’ imbarazzati.
Sempre più imbarazzati, anche se ancora plaudenti.
Ora è la volta di Fini che del Cavaliere ci elenca i limiti, che noi ben conosciamo. E non da oggi. E lui, il braccio destro del capo, lui, il politico attento, misurato, l’uomo dallo sguardo di ghiaccio, soltanto ora ha preso le misure al cavaliere? Soltanto ora, lo ritiene illiberale, affetto da bulimia di potere? Anche il presidente della Camera Gianfranco Fini si era lasciato incantare dal pifferaio magico, subendone la malia?
Dubito.
Non vorrei si usasse la questione morale, che si nutrì della passione politica di Berlinguer, per ottenere un vantaggio personale.
Staremo a vedere.
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