martedì 25 gennaio 2011

Boh! Forse non ho capito? Possibile, ma improbabile

"Brava, bravissima... "  e le gambe sollevate a fatica ripiombano sul letto. L'ottimismo è d'obbligo: il malato deve migliorare. Se non si scoprono le cause della sintomatologia, l'importante è sedare i dolori. La prima volta che ti vedranno in piedi, magari arpionata a un deambulatore, arriverà un altro "brava" (alle foche al circo  almeno un pesce per gratificarle, a me nemmeno un cioccolatino). Intanto prelievi ti dissanguano, mostri d'acciaio ti accolgono nel loro ventre infilata come una sardina nella bocca di uno squalo. La macchina ti scruta nel cervello.
Poi sfilze di dati misteriosi che non sembrano precludere ancora al rimbambimento totale. Qualche neurone solitario e un po' smarrito circola ancora. Aghi nei polpacci, volti meditabondi, marker tumorali attirano l'attenzione: uno è alto, ma s'ipotizza sia falso. Che significa? Non dovrebe preoccupare, ma m'inquieta.
Non c'è da preoccuparsi: ci sono batterie di psicofarmaci che trasformano la preoccupazione in ridarola o rimbambimento. Quando hanno tutti i dati (o quelli ritenuti essenziali) il conto non torna: l'individualità riprende il sopravvento e la diagnosi è dura da stabilire: a me tocca in dono un generico abbassamento del tono dell'umore che trattato con uno psicofarmaco a base di ser/tralina nonostante la promessa di serenità implicita in quel prefisso ser mi  fa ritrovare dopo pochi minuti alle prese con un elettrocardiogramma perché il mio cuore non ha gradito. Le domande irritano i medici, l'origine dei terribili attacchi crampiformi è ignota anche se si stanno stabilizzando in orari e schemi ricorrenti. Si è depressi a ore fisse? Dalle due alle tre? Pensano sia una battuttacccia ma è formulata in tutta innocenza.
L'importante sarebbe riattivare la muscolatura. Ci vorrebbe un fisiatra, ma non arriva. Lo consulterò dopo all'uscita dall'ospedale. Alcuni esami mancano, in attesa di referto, ma il tempo stringe e il mio letto aspetta un altro paziente. Mi salutano sorridenti, la mia vicina di letto mi osserva piegarmi per un ennesimo attacco di quelli che mi hanno fatto ricoverare. Non fa commenti, come non ne ho fatti io vedendo la vicina, che l'aveva preceduta, entrare piegata ad angolo acuto, uscire piegata ad angolo retto.
Boh! Forse non ho capito. Pochi neuroni? Possibile, ma improbabile.

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