martedì 24 aprile 2012

Chi sbaglia paga?

                   L'ex ministro dell'Economia del governo Berlusconi, Giulio Tremonti, non ha dubbi quando afferma: "La crisi italiana nasce dallo strapotere del sistema finanziario mondiale: un problema esterno al Paese che", aggiunge, "riguarda, in misura maggiore o minore a seconda delle caratteristiche dei singoli Paesi, tutta l'Economia occidentale". Sul banco degli imputati siedono dunque le grandi banche che, come una ragnatela impalpabile, avvolgono l'intero pianeta, dando vita a una realtà sistemica che deve essere tenuta i piedi, a qualunque condizione, costi quel che costi! 

                       Come ho ripetuto decine di volte, sono stati i politici, i parlamentari ad approvare le leggi che hanno smantellato il sistema dei controlli, lasciando assoluta libertà di manovra alle banche. Lo hanno fatto per ignoranza? Per finanziare il Paese? O sono stati corrotti, pagati e strapagati dai banchieri? La legge Amato del 1990, che ha privatizzato il settore bancario (sulla base degli accordi comunitari che prevedevano l'armonizzazione della normativa nel settore del credito) ha istituito le fondazioni bancarie, strane creature, tutte italiane, che di fatto possiedono le banche (private) ma, essendo pubbliche, sono soggette all'influenza dei politici. Tipico compromesso da "gattopardi". (Ovviamente sugli immobili di loro proprietà le fondazioni non pagano l'Imu, perché si professano no-profit). 

                  Il ministro Tremonti sembra considerare le banche e i banchieri un'invasione di cavallette, una piaga biblica, dimenticando, volutamente, che non soltanto d'incompetenza si è trattato, ma di corruzione. A tutti i livelli della politica. Cosa suggerisce l'ex ministro Tremonti? Di emanare nuove leggi per regolamentare il settore creditizio, sostanzialmente simili a quelle così incautamente e rapidamente cancellate. Si permette di concludere l'intervista concessa a una (giustamente incavolata)  Annunziata confessando il suo timore che il presidente Monti si guarderà bene dall'intervenire, in tal senso, nel settore del credito. Perché? Non dà risposte il ministro: l'intervista è conclusa. Responsabili della crisi gravissima in cui versa il Paese? Nessuno, al di là di una fantomatica Finanza mondiale; sicuramente non lui, Giulio Tremonti, ministro dell'Economia sotto il governo Berlusconi.

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