giovedì 12 marzo 2009

Era questo che chiedevi

Cosa assai strana il tempo:
Passa svelto
Gira lento.
Da bambina
Era a scuola che la noia dilagava,
Più grandina dai parenti
Che eran poco divertenti
Poi, di colpo,
Diplomata, a Trieste fui mandata
Per studiare, fare esami
Costruire il mio domani.
Furon gli anni miei più belli
Soffia il vento, geme il mare
Giovinezza non scappare
I tuoi baci eran di miele
Nelle tasche avevi il fiele
Una chiesa, dei gabbiani
Beccan riso dalle mani
Sposa lieve,
Sposa bianca come neve
Con quel si tu t’ingabbiavi
Ma ancor non lo sapevi
Strilla il pupo, geme il mare,
Cristo, cosa devo fare?
Altra pupa strilla in culla
Tu ti senti un po’ fasulla,
ma la mamma devi fare,
far la spesa
a scuola andare
Soffia il vento, geme il mare
E la culla ancor riappare
Non c’è pace nel tuo cuore
Geme e piange con il mare
Tu non sai più cosa fare
Ti tormenti, ti avveleni
Ma un bel giorno molli i freni,
prendi i figli, i loro giochi
due valigie di balocchi
e piangendo te ne vai.
Sì lo sai che saran guai,
si lo sai che creperai
di paura,
di sgomento,
di fatica
di spavento
Soffia il vento, geme il mare
Il tuo orgoglio vuoi salvare
E la testa tua rialzare
La tua vita vuoi tenere
Stretta ancora tra le dita
soffia il vento e geme il mare
La tua vita ora
Decolla
Vola
Danza
Caracolla
Sei gabbiano
Ma perdente
Ma non te ne frega niente
Volar libera volevi
Era questo che chiedevi
Ed è questo che ora hai

Nessun commento:

Posta un commento