sabato 2 maggio 2009

Nous

Era morta il giorno prima: una morte da stronzi, anzi da stronza Dopo un volo dal motorino uno splash sull’asfalto e il sangue aveva incorniciato come un passepartout prezioso il suo volto di porcellana. Si era vista portar via, ma l’immagine le era apparsa sfocata anche se non aveva potuto fare a meno di notare che il tizio che si era chinato su di lei, chiamando il 118, le aveva sfilato il portafogli dalla borsa. ‘Sto bastardo!
Disancorata dal corpo, lei – cioè tutto ciò che era stata ad eccezione dei suoi cinquanta chilogrammi di carne - osservava stupita quel groviglio di interconnessioni che come tentacoli si diramavano in tutte le direzioni in una notte buia alla quale improvvise luci davano l’irreale sensazione di una volta celeste dove, al calare della sera, si fossero accese le stelle.
Lei era stata selezionata per un progetto di downloading della mente il cui obiettivo era quello di copiare e scaricare la mente individuale nella memoria di un computer. Poi, salva con nome. XY11111111111, O32, era diventata e quello che la circondava sarebbe stato il suo mondo.
Virus informatici e guasti tecnici permettendo, sarebbe vissuta in eterno perché lei era solo Informazione che, attraverso il filtro della coscienza, aveva avuto accesso alla mente e quella mente ora avrebbe potuto placare le polemiche tra filosofi, religiosi e scienziati perché in quel pugno di dati lei conservava il ricordo delle emozioni, la possibilità di elaborazione consequenziale, l’Io, il Super io e il vergognoso Ego. Era cioè anima, mente, coscienza. Rise, virtualmente s’intende!
Nous in greco significa anima, mente coscienza. L’avevano già intuito:
tanta strada lastricata di lutti e fatiche, per ritrovarsi al punto di partenza.

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