sabato 29 agosto 2009

Romanzo a puntate I Dellapicca

Daviça aveva appreso dalla madre, che a sua volta aveva imparato dalla nonna, a riconoscere,  macerare e  distillare le erbe, a catturare gli scorpioni per infilarli nella bottiglia della grappa da usare per scacciare i reumatismi e a utilizzare le ragnatele per proteggere le ferite e le ustioni. Non aveva quasi finito di trangugiare il suo tè che Branko era caduto in un sonno senza sogni, profondo, quasi comatoso.
Al suo risveglio era piombato nella cucina perfettamente ripulita, e facendosi largo tra la gente venuta a omaggiare il morto, era entrato nella camera da letto dove il fratello, vestito con l'abito nuovo, sembrava dormisse tra mazzi di ginestre che le donne avevano raccolto e intrecciato. Pur sentendosi intontito e privo di aggressività, si era limitato a pensare dipendesse dal sangue perduto e dallo spavento e dalla violenza dell'agguato e, ora, mentre il dolore scacciava ogni altro sentimento, sentiva piegarsi le gambe e farsi confuso il pensiero.
In quello stato d'animo si ritrovò seduto nella chiesa ortodossa, frastornato dalle parole pronunciate dal pope, i novizi festeggiati il giorno prima di nuovo in chiesa, quasi una replica della giornata appena passata: di nuovo tra ginestre, canti e gente, ma in una apoteosi di morte non di vita. La moglie, al suo fianco, lo controllava attenta, il volto pallidissimo che il fazzoletto nero e l'abito da lutto facevano risaltare. Era quasi rauca a furia di cantare, lamentarsi e piangere, com'era tradizione fare in quelle circostanze. Al suo fianco Zastros si attaccava alla sua gonna smarrito e piagnucoloso, non capendo bene cosa stesse succedendo, ma riportando un'impressione generale di paura, angoscia e dolore che avrebbe da quel giorno sempre associato alle ginestre, al loro spavaldo colore e al profumo intenso dei loro fiori.
Al cimitero calarono il corpo nella fossa, senza cassa, avvolto in un lenzuolo, all'uso slavo.
Poi tutti fecero ritorno alla casa del defunto per il banchetto. Quelle ore successive all'agguato rimasero nella memoria di Blanko confuse e frammentate anche e, soprattutto, a causa del potente sedativo che la moglie aveva aggiunto alla bevanda del marito, rendendolo così debole da impedirgli di organizzare e dare attuazione alla vendetta. Ora che finalmente anche il complesso rituale previsto per la morte era stato rispettato, mentre nella camera da letto di Blanko e Daviça calavano le ombre della notte nella casa improvvisamente deserta e silenziosa, e il marito, dopo aver trovato un confuso conforto tra le bianche braccia della moglie, si era addormentato pesantemente addosso a lei, Daviça poteva permettersi il lusso di riflettere su ciò che era avvenuto. Quel perpetrarsi di agguati, vendette e ritorsioni avrebbe finito per distruggere entrambe le famiglie e aver evitato il peggio in quella circostanza non la poneva al riparo da decisioni scellerate in seguito. Era indispensabile trovare una soluzione definitiva che ponesse fine a quella faida sancita nella loro razza da una consuetudine che aveva lo stesso valore di una legge o ordinamento che fosse stato imposto dal Senato della Serenissima. I rappresentanti veneziani della Repubblica si guardavano bene dall'interferire in quelli che consideravano affari interni, connessi a quelle che ritenevano abitudini selvagge di popoli a loro inferiori. Si ammazzassero pure tra loro gli Slavi, l'importante era soltanto che i campi venissero coltivati, la legna imbarcata con il marmo e le damigiane di olio e vino e il pesce seccato, stivato per benino, nelle navi che facevano la spola tra l'Istria e Venezia - pensò Daviça, prima di cadere anche lei in un sonno popolato da incubi che la svegliarono varie volte nel corso della notte facendola rifugiare tra le braccia del marito che, borbottando qualcosa al suo orecchio, la rassicurava.
(continua...)
Nb. Mi scuso con i miei lettori per la versione "andata in onda", che avevo appena abbozzato
senza titolo e senza riferimento all'etichetta. Sto facendo delle prove sul blog e il mio pc improvvisa di testa sua e non risponde ai comandi...

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