sabato 5 settembre 2009

Chi ha paura del lupo (pardon) banchiere cattivo?

Il nostro ministro dell'Economia, Giulio Tremonti bacchetta le banche sulle dita impensierito -a mio avviso, correttamente - dallo strapotere che le istituzioni finanziarie, banche in testa, hanno dimostrato e dimostrano di potere esercitare.
Mi risulta che le banche fossero soggette fino a pochi anni fa alla cosiddetta Legge Bancaria, un articolato complesso di norme introdotto nel 1936 dopo il crollo di Wall Street, orientato al controllo, a tutela del risparmiatore, dell'attività bancaria a scapito, però, dei profitti del settore. Forse il ministro Tremonti, quando ha contribuito a smantellare tutto il sistema dei controlli sull'operatività bancaria - perché la funzione legislative è normalmente onore e onere del Parlamento e quindi dei ministri che lo compongono - non si è reso conto che si affidava non più a un controllo normativo, ma a quella che è stata definita la "moral suasion"? Il Parlamento invitava i banchieri a "fare i bravi", per intenderci.
L'America, intanto, lanciava i manager rampanti che trasformavano in oro la carta straccia (Lacan nella vecchia Europa avrebbe storto il naso di fronte a un'economia definita di carta) mentre i nuovi dei del mercato la moltiplicavano inondandone il mondo con l'ultimo gioco di prestigio prima del crac: la dematerializzione e, opslà, il denaro era solo un numero su un monitor,si speculava su titoli che derivavano il loro valore da attività sottostanti, non solo merci ma anche indici di borsa, prevedendone rialzi o ribassi. Il MIBtel (Milano indice borsa telematico) è un'attività sottostante? Cristo! dov'era l'economista Tremonti mentre le banche, senza più limiti, spacciavano il MIBtel per un bene, un'attività, una ricchezza che venduta e comprata, avrebbe consentito all'Occidente di trasformarsi nel Paese di Bengod? Ministro Tremonti in quella sede - il Parlamento - avrebbe dovuto parlare, intervenire, controllare spiegare.
Non l'ha fatto! Perché?
Pensava che i banchieri fossero filantropi? Ora che, come sempre, si preoccupano soprattutto di far quadrare i loro bilanci, lei grida allo scandalo? Di cosa si dovrebbero preoccupare nonché occupare? Era il Parlamento che avrebbe dovuto non slegare loro le mani. Mi sembra logico che il minimo che possano fare - i banchieri intendo - è infilare quelle stesse mani nelle tasche dei cittadini, degli enti pubblici territoriali e delle imprese facendo quello che, voi ministri, li avete - con legge dello Stato - autorizzati a fare: rubare.
Lei, Ministro, che ha legalizzato il furto dandogli valenza normativa, abbia almeno il pudore di fare ciò che così caldamente ha raccomandato ai suoi colleghi: taccia!

4 commenti:

  1. Mutatis mutandis la stessa cosa avviene negli Stati Uniti. George W. Bush, ben manovrato dal grande burattinaio, Cheney, elimina tutto il severo sistema di controllo statunitense sulle banche in nome di un'economia di mercato che diventerà l'economia del più furbastro. Ed i numeri sono chiaramente diversi, i risultati li stanno pagando quei poveri fessi che hanno dato fiducia. E, purtroppo... noi insieme a loro.

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  3. Io non ho del tutto chiaro chi, quando, su proposta di chi abbia abolito leggi e controlli sulle banche. Temo però che i tuoi inviti al silenzio possano avere molti altri destinatari oltre al ministro Tremonti. In ogni caso oggi, anche se tardivamente, non sarebbe comunque il caso di rimettere in vigore quelle leggi e quei controlli, invece di invitare all'attenzione?

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  4. Ciao Salvatore, premetto che non ho eliminato nessun commento. Ricevendone pochi non mi sognerei mai di eliminarli.
    Per rispondere alle tue domande scriverò un altro post, tecnicamente più preciso.
    A risentirci e grazie per il tuo intervento.

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