venerdì 8 gennaio 2010

Racconto a puntate (La vita cambia)

Con quelle scarpe con i tacchi alti, la collana di perle e gli abiti di sartoria sua madre era, dalla testa ai piedi, una donna impeccabile Perfetta. Un filo di rossetto sulla bocca grande, piena e bellissima, e fiori appuntati sul bavero della giacca. Sempre freschi.
Da bambina, lei avrebbe dato l’anima per vedere il sorriso illuminarle il volto, l’allegria riderle negli occhi, ma non c’era stata frase o attenzione o diligente impegno che fosse riuscito a colmare il vuoto di quegli occhi di miele, tristi come laghi d’inverno, cupi come brume, freddi come il vento di tramontana. Quello sguardo aveva decretato non solo la sua incapacità di farla uscire dalla disperazione ma anche la responsabilità di averla imprigionata, come un cane alla catena, a suo padre. Era colpa sua: ancora quasi inesistente, appena un abbozzo di creatura, aveva bloccato la sua fuga. Era sua la responsabilità per quel forzato ritorno nella casa del marito e non c’erano moine che avrebbero potuto modificare la dura realtà dei fatti. Tra sua madre e la libertà lei, ancora lei, sempre di troppo, sempre presente a ricordarle l’impossibilità di ogni tentativo di fuga.
Scrutandola: anche in quel suo sbocciare da bambina a donna, con quello sguardo critico che si faceva opaco mentre gli occhi allungati dalle ciglia fitte diventavano fessure, feritoie dalle quali spiare, assediata dalla rabbia, dal rancore e dalla disperazione.
Cos’è l’amore: accudimento? Pasto pronto, trecce strette, colletto inamidato? Era stata una bambina pallida, il disamore l’aveva resa grigia dilagando sulle sue smorte guance che la madre si ostinava a pizzicare per farla sembrare più colorita.
L’aveva sempre intuito e ora lo sapeva con certezza: senza amore non si cresce, si sopravvive appena come i gerani striminziti sui davanzali del ghetto della sua città, alla ricerca continua di un po’ di sole, un baluginio d’oro al quale le strettissime vie non concedono se non una speranza d’accesso. Così lei aveva cercato l’amore. Ma come si cerca qualcosa che non si conosce?

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