Lei teneva un diario un po' ripetitivo, rassicurante. Accogliente. Ispirandosi a questo retroterra di esperienza, quella mattina aveva cominciato a scrivere sul blog, un brivido, quasi una sottile inquietudine mai provata prima sulla pelle, all'idea che forse, prima o poi, qualcuno avrebbe letto le sue parole.
Differenza non da poco perché comportava l'assunzione di responsabilità necessaria per affrontare un eventuale confronto. Ma il blog non è fatto soltanto di contenuti, è, o potrebbe diventare, anche un frammento di quella bellezza da qualcuno ritenuta, e forse non erroneamente, salvifica per il mondo. Vagabondando per blog dalla grafica raffinata, leggendo post impreziositi dall'accuratezza ma anche dall'originalità aveva avuto modo di rendersene conto mentre, davanti agli occhi, le si srotolava il mondo che cominciava a esplorare come un viaggiatore partito senza una meta precisa, portandosi in spalla solo la curiosità. Mentre andava alla ricerca, come un cercatore d'oro, della vena che avrebbe cambiato la sua vita, questo spazio diventava palestra in cui addestrarsi alla scrittura in tutte le sue forme e modalità, diventava via d'accesso, ulteriore, alla scoperta di ciò che aveva sempre intuito essere ma che soltanto l'inquietudine e il malessere che le serpeggiavano sotto la pelle avevano fino a quel momento segnalato. Poi la scrittura diaristica si era fatta fantasiosa, slegata dalla sua realtà aveva acquisito leggerezza aerea... in quella babele di domande che individuava nei blog aveva cominciato a trovare anche delle risposte, si era riflessa nelle emozioni degli altri leggendovi le proprie e, finalmente, aveva visto, non intravisto ciò che avrebbe voluto essere o forse ciò che era, era sempre stata, e il blog l'aveva soltanto aiutata a scoprire.
Digitò racconto e... sorrise.
La nebbia della Padania svaporava lieve oltre la finestra mentre le parole si rincorrevano sul video come rondini in un cielo bianco di calura estiva.
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