Io non penso ci siano persone "forti", soltanto persone in grado di affrontare spesso, non sempre, le difficoltà. Anche se nell'opinione comune (teoricamente corretta solo perché ritenuta tale dai più)la fermezza è dei forti, io penso che la convinzione della propria forza sia già una dimostrazione di debolezza e gli atteggiamenti granitici, negando il confronto che metterebbe in discussione
le scelte,non possano considerarsi auspicabili a priori. Troppo complessa è la realtà in cui siamo immersi per poterla semplificare ritenendola gestibile con una risposta univoca che soddisfi più domande.
E già da questa breve premessa s'intuisce la complessità dell'argomento che tanto mi ha fatto riflettere. Direi che il primo requisito di una caratterialità autonoma, che affronta i propri nodi e non ne delega a altri la soluzione, è la coscienza/conoscenza della realtà: nostra e altrui. Quindi se raccontare balle è moralmente scorretto, raccontarsele è minare alla radice la propria sicurezza.
Perché così spesso, allora, si travisa la realtà attraverso la negazione della verità? Forse per non affrontare la sofferenza che comporta l'accettazione della realtà per ciò che è. Di conseguenza, una persona in preda all'angoscia dimostra di essere sulla strada giusta per risolvere i propri problemi: è un individuo che sta tracciando la mappa della sua situazione reale, primo approccio a una sua problematica angosciosa che gli consentirà di elaborare una tattica difensiva in attesa di ideare una strategia definitivamente risolutiva. Per affrontare un problema dobbiamo conoscerlo e immergercisi dentro, respirarne l'aria mefitica, scrutarlo accendendo, a svelarne le magagne e l'intimo orrore, la luce della nostra razionalità e consequenzialità logica. Quando state paurosamente male, fate un bel sorriso, perché state per imboccare o avete appena imboccato la strada giusta per risolvere il vostro problema, anche se intorno a voi respirate aria di pietismo e di riprovazione per un dolore che traspare da ogni vostra parola e che incupisce e avvelena ogni vostro sguardo.
Soltanto un piedistallo di vulnerabilità vissute fino all'osso può reggere, allora, la nostra forza? Io penso proprio di sì. E voi?
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