sabato 30 ottobre 2010

Il ritorno di Casanova

Amo Schnitzler, Arthur Schnitzler, di cui ho appena letto  Il ritorno di Casanova, piccolo gioiello scritto a inizio Novecento dall'autore austriaco. Calandosi nei panni di un Casanova sessantenne, lo scrittore ne ipotizza il declino, proponendolo sul filo serrato di un monologo interiore che, come una colonna sonora in sottofondo, ne ritma la cadenza. E la storia ci presenta un Casanova costretto a prendere atto dell'insulto del tempo, che sfida cercando il confronto con la giovinezza integra - e la bellezza che ne consegue - dell'amante di Marcolina, un giovane e aitante ufficiale innamorato della ragazza, al quale Casanova, a seguito di una perdita al gioco che glielo consegna calzato e vestito in tutta la sua debolezza, farà una proposta indecente: una notte con Marcolina in cambio dell'azzeramento del debito. Casanova, fingendosi il giovane ufficiale con il  favore delle tenebre, penetrerà nella camera della donna e... , a questo punto, la posta in gioco non sarà solo un'avventura amorosa, una in più da aggiungere alla lunga lista delle conquiste di Casanova, ma il  diritto, la possibilità, la familiare consueta capacità di seduzione che dovrà dimostrarsi non solo intatta, ma incandescente, esplosiva come un fuoco d'artificio in una notte di festa, capace di sgominare non solo ogni altro pretendente, riconoscendo in lui, per l'ennesima volta, il seduttore che non teme rivali, l'uomo al quale ogni donna non può non sognare prima o poi di concedersi, ma anche e soprattutto il destino che alla vecchiaia ci condanna.
Non vi anticipo il finale che, in un crescendo di sfide e di sentimenti che le impongono, non potrà che essere, come è inevitabile sia,  frutto della consequenzialità logica degli eventi che ritmano la vita.
Sullo sfondo, anche se nulla lega i luoghi del romanzo all'Austria di Schnitzler, il grado di maturità cui l'autore perviene nell'approfondire l'indagine psicologica dei personaggi, in primis Casanova, mi riporta alla Vienna di Freud, alla nascita della psicanalisi che quella cultura fu in grado di produrre ...  un istante prima che la guerra travolgesse e distruggesse per sempre l'Impero degli Asburgo.

Nessun commento:

Posta un commento