giovedì 16 giugno 2011

Storia di nebbie e acquitrini (puntata n°7)

Desmo, alto e largo di spalle, il passo lento e sicuro del contadino, ignorando ostentatamente gli uomini schierati sul terrapieno, aveva raggiunto con un balzo il campo di grano, ponendosi alla testa dello sparuto gruppetto di braccianti che lo seguiva, come un cane il padrone, allarmato ma anche rassicurato da tale arrogante baldanza.
Anche il Lambertini - pure lui a gambe larghe come il Ninetto, le braccia conserte, l'aria truce, il sudore che, più per la paura che per il caldo, gli ammollava il viso sparuto e appuntito da faina - aveva tirato un sospiro di sollevo.
"Le donne possono andare a mungere... " aveva detto Desmo ad alta voce, per farsi sentire da tutti, aggiungendo: "Ora al grano ci pensiamo noi! Forza ragazzi, che il tempo sta cambiando... "
Il Lambertini, riacquistato colore, saltellava di qua e di là, dando consigli ormai inutili, poiché le spighe avevano ricominciato a cadere a terra in larghi mucchi dorati sotto i colpi dei falcetti.
Dall'alto gli altri braccianti guardavano, in silenzio.
Lui, Gualtiero, ricordava di essersi avvicinato  a Desmo, quasi a cercare protezione dietro le larghe spalle dell'amico. Il sole sempre più alto nel cielo aveva reso la calura quasi insopportabile, facendo ronzavano mosche e calabroni e, in sottofondo, frinire grilli e cicale, quando a quel crepitio di steli spezzati si era unito un borbottio di tuono in lontananza.
Sul terrapieno, immobili, gli altri uomini continuavano a osservare, sempre in assoluto silenzio.
Poi, erano cadute le prime gocce di pioggia: lente, rade... Il cielo aveva repentinamente cambiato colore, si era alzato il vento a scompigliare le spighe a terra, facendole volare. Una, dritta come un siluro, era arrivato sul terrapieno davanti a Ninetto che l'aveva afferrata,  infilandosela tra le labbra con un gesto lento e sicuro; un sorriso largo gli aveva rilassato la mascella contratta, e mentre le gocce di pioggia s'infittivano, le nubi si addensavano e i falcetti dei mietitori si fermavano uno a uno, gli era esplosa sulla bocca quella risata che aveva contagiato in un crescendo inarrestabile tutti gli uomini schierati sul terrapieno.
"Dai e dai, avete roto 'i bali anche... " aveva urlato Ninetto, alzando il dito verso il cielo.
A quel punto era volata, anch'essa dritta come un siluro, la prima pietra.
(continua...)

http://falilulela.blogspot.com/2011/06/storia-di-nebbie-e-acquitrini-puntata_15.html

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