Il Paese precipita - elencare i numeri del disastro sarebbe un'operazione superflua, essendo la situazione sotto gli occhi di chiunque voglia prenderne atto - e il Presidente del Consiglio che cosa fa, che cosa dice al Parlamento e alla Nazione? Balbetta, farfuglia, promette...
Non una parola di scusa per quanto fatto, e soprattutto non fatto, in anni di governo... Ma chi se ne frega, a questo punto, di un pentimento (tardivo), sono altri i problemi, altre le urgenze.
Ci aspettavamo un piano per arginare la crisi, o almeno tentare di farlo. Invece nulla. Promesse, soltanto promesse. Vaghe.
Negli occhi dell'uomo, che finge sicurezze che più non ha, la paura... La paura che la poltrona, lo scranno cui s'aggrappa, si trasformi in nudo tavolaccio di cella, come la carrozza di Cenerentola in zucca allo scoccare della mezzanotte.
E questo, questo sarebbe l'uomo che dovrebbe salvarci dal disastro? Diminuendo il numero delle auto blu in circolazione? Accorciando di una settimana le dorate vacanze dei parlamentari?
Se divario c'è stato fra cittadini e politica, non è mai stato così profondo.
Incolmabile.
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