Era cominciata così... Poche parole pronunciate all'orecchio, un nome sussurrato... Poi, Gualtiero aveva abbandonato del tutto il lavoro di operaio, occupandosi soltanto del controllo del prodotto ma, soprattutto, occhieggiando in giro. Fiutando l'aria come un segugio aveva riprovato sensazioni dimenticate, le stesse vissute dal ragazzino, appena fatto uomo, che, fucile a tracolla, si alzava alle prime luci dell'alba per acquattarsi tra i canneti... In attesa, paziente allora come oggi, convinto che una sagoma nera avrebbe sicuramente trafitto l'azzurro del cielo, per essere inseguita e raggiunta dal colpo sparato dal suo fucile.
"Allora Primo, come andiamo oggi? E' ricominciata la nebbia eh... Fuori c'è un 'fisso' che non si vede oltre il proprio naso... "
"Hmm... " aveva grugnito in risposta l'uomo seduto accanto al banchetto, la testa china sul pezzo sul quale stava lavorando, prima di alzare gli occhi e lasciar scorrere lo sguardo sul sorvegliante, dicendo: "Sta arrivando l'autunno, gli uccelli cominceranno a migrare... Eh capo, se li ricorda quei cieli neri di uccelli migratori? Bastava alzare il fucile, sparare, e venivano giù come neve, come grandine".
Primo era uno degli operai da tenere sotto controllo: era furbo e coraggioso. Veniva dalla campagna, come lui, aveva fatto il bracciante agricolo e Gualtiero, anche se vagamente, lo ricordava. Soppiantato Bepi, il precedente sorvegliante, ora era lui, Gualtiero, a occupare l'ufficio al primo piano, con il suo nome sulla porta e, dentro, la Rosina, la sua segretaria, a dar luce alla stanza con la sua chioma rossa e ad aggiornare i fascicoli, intestati ai singoli operai. Quello riguardante Primo era uno dei più pesanti: contrassegnato con una stellina rossa, era oggetto di frequenti controlli e, appena due giorni prima, dopo averlo ripreso in mano, Gualtiero vi aveva segnato a matita un punto di domanda.
Era stato programmato un comizio al quale avrebbero partecipato i più importanti gerarchi di Mussolini. L'apparato locale, preposto alla sicurezza, era stato allertato e Gualtiero aveva partecipato all'ultima riunione.
C'era stata una soffiata, un loro informatore aveva sentito qualcosa... Voci, peri il momento soltanto voci di una possible aggressione, ma bisognava vigilare, stare attenti; indagare, senza dare nell'occhio, seguendo tutte le piste.
Il segugio aveva fiutato la preda, ma non l'aveva ancora scovata.
(continua...)
http://falilulela.blogspot.com/2011/07/storia-di-nebbie-e-acquitrini-puntata_25.html
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