giovedì 19 luglio 2012

Fiorire a inverno iniziato...

"Un po' stranita la fanciulla - che poi a darle un'occhiata, anche solo di sfuggita, fanciulla non lo era più, e da tempo - guardò l'uomo che con quel bacio l'aveva risvegliata. E le bastò lasciar scivolare lo sguardo sulle ragnatele che danzavano al vento, sui mobili polverosi, sull'abito così diverso dal suo che lo sconosciuto indossava, per capire che il suo sonno era stato lungo, lunghissimo e profondo.
'Ho sognato dolcezze infinite, leggere come farfalle in volo, e fiumi di passione che mi sommergevano, come lava lungo i fianchi di un vulcano... ' disse la fanciulla. 'Ho la testa piena di fole e le devo, le voglio raccontare!', continuò, balzando giù dal letto.
'Scrivile', le disse l'uomo.
'Non so farlo', balbettò la fanciulla.
'Bugiarda e... pavida sei, ma io ti porto in dono un frutto acerbo, indigesto, avvelenato... Il mio bacio è miele e fiele... '
La fanciulle sentì la paura scivolarle lungo la gola, attanagliarle lo stomaco, strizzarle il ventre, mentre l'uomo continuava a parlare. 'Lo cercherai  (il coraggio), tra le pietre e i sassi, nelle grotte della terra e negli abissi del mare, nel pianto delle donne lacerate dai figli, nella rabbia di chi si ribella all'ingiustizia... '
'E lo troverò?' chiese sgomenta la fanciulla.
'Sì, quel frutto che già ti avvelena anima e corpo ti obbligherà a trovarlo. Sarai te stessa. Finalmente! E libererai le fole e le parole per raccontarle.'"
E la fanciulla ci riuscì, ma fu come per una gatta partorire all'inizio dell'autunno o, per un albero, fiorire a inverno iniziato... 
Troppo tardi, troppo tardi.



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