domenica 9 dicembre 2012

Si avvicina Natale...

La cucina esala vapori azzurrini e mormorii femminili. E risate. Si muovono, a loro agio, le due giovani donne in quella che fino a poco tempo fa è stata la mia cucina. "Possiamo?" hanno chiesto, educate. Ho fatto un cenno d'assenso con la testa, un semplice segno d'assenso che ha sancito un passaggio di consegne. Ora guardo, seduta. Loro affettano cipolle, sminuzzano noci e mandorle, dosano, poi assaggiano. Preparano la tavola e chiacchierano: di lavoro, di politica di uomini. Parlano anche di figli, cambiando tono di voce ed espressione. E' arrivato il tempo (e il desiderio) della maternità? Non indago.
Le ragazzine, che appena ieri mi giravano per casa, ora sono due donne: belle, intelligenti, profondamente amiche. Hanno deciso di sottrarmi non alla tempesta di neve che investirà il paese per le festività natalizie, ma alla tempesta dei ricordi, ai bilanci affettivi in "rosso", a quella casa troppo ordinata dove i miei nipoti non irromperanno confusionari e rumorosi, dove la loro madre non porterà più (a Natale) la solita confezione di tè, infiocchettata di rosso con il nastro dorato, dimenticandosi che, da anni ormai, la teina e la caffeina sono veleno per me. Mi porteranno altrove, hanno già organizzato tutto. 
Il risotto è buonissimo; il mio stomaco, abitualmente contratto, gradisce e non protesta. Telefonano il padre dell'una e il moroso dell'altra: sono preoccupati per il ghiaccio che potrebbero trovare al ritorno, ma loro, dopo aver riordinato la cucina, si fanno un caffè e saltano in macchina. Dalla finestra vedo la strada e la notte inghiottirle. 
Prima di partire mi hanno abbracciato. Stretta. Sapevano di giovinezza, spezie e... affetto.

4 commenti:

  1. Ciao Falilulela,

    sono la mamma di Alessandra, ricordi ?
    Da quello che hai pubblicato deduco che non hai risolto il "problema" per cui avevamo discusso mesi addietro. Scusa se mi intrometto da impicciona quale sono ma, leggendo e rileggendo il tuo pensiero, sono stata travolta da due opposte senzazioni...amore, affetto, immedesimazione da una parte (figlia ed amica) e forte gelo dalla parte dei nipotini e della loro madre. Se non ricordo male anche precedentemente era emerso questo sentimento...volevo farti una domanda, diretta, schietta e forse un po troppo personale : come mai utilizzi i termini "confusionari e rumorosi" per descrivere i nipotini ? E' solamente quello che ti trasmettono ? E tu, sinceramente, per tua figlia hai mai avuto il pensiero della solita scatola di tè ?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Appari e scompari come le acque carsiche e sempre anonima. No,come vedi, non ho risolto il "problema", come tu lo definisci. Quello che percepisci come gelo è solo dolore... Quanto alla domanda che mi poni non penso di dovermi giustificare per il modo in cui esprimo i miei sentimenti. Il dolore che provocano certi abbandoni merita, forse, se e quando non si può offrire aiuto, almeno rispetto. E delicatezza. Non credi?

      Elimina
  2. Il rumore e la confusione dei nipotini in una casa ora definita come troppo ordinata, cosa sarebbero se non vitalità e calore?

    Il grande dono che i bambini fanno agli adulti è sovvertire un cosmo talvolta irrigidito e donare la rumorosa ed entusiasta meraviglia delle piccole cose.

    Se senti del "freddo" a riguardo, non ti viene intuitivo coglierlo come rammarico per l'assenza di voci, passi, corse? Come un brivido che si prova quando manca una fonte di calore che si desidererebbe aver vicino?

    Non so quanto conosci quella casa, forse l'hai solo letta. Io mi ci sono rifugiata spesso tra quei libri, quella coperte, quei cuscini. Ero rumorosa confusionaria e goffa, inciampavo e sbattevo ovunque, avevo opinioni manichee che non mi sognavo nemmeno di moderare (figuriamoci di non esprimere!) e creavo disordine anche solo respirando.

    Eppure -te lo assicuro- non mi è mai parso di essere per questo una presenza sgradita. Anzi, quella casa è sempre stata una tana in cui potevo rifugiarmi, un nuovo libro da stropicciare, un posto dove potevo sempre, semplicemente, essere.

    Miri (perennemente stupita da quanto facilmente le parole e le cose possano assumere significati diversi a seconda del punto di vista da cui le si percepisce e le si interpreta)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Miri,

      mi dispiace che non sia stata capita la mia provocazione. Quello che tu dici credo succeda in tutte le case...specialmente in quelle dove viviamo noi nonni, sempre in attesa che qualcuno irrompa nella nostra malinconia, nei nostri ricordi e nel nostro bisogno di affetto. Credo di conoscere quello che prova l'amica Falilulela, tante volte, troppe volte, ho aspettato invano un gesto, una parola, un abbraccio...però, per mia esperienza, ti assicuro che rimanere ad aspettare qualcosa che non avviene serve a poco, se non solo a riempire il nostro cuore di astio e rabbia nei confronti delle parsone da cui ci aspetteremmo di più...Così ho cercato di capire il motivo per il quale non mi arrivavano le cose che cercavo...ed ho trovato la risposta in me stessa...il motivo ero io, il mio modo di relazionarmi con mia figlia ed il mio modo di comportarmi con i miei nipotini e, ti assicuro, da quando sono cambiata, sono una persona felice, quella felicità che anche Falilulela meriterebbe...Ciao

      Elimina