venerdì 31 ottobre 2014

I Padroni son tornati...

"Tua madre cosa fa?", chiedeva la maestra a noi bambini e la maggioranza rispondeva: "La mia mamma non lavora, sta a casa". Era normale licenziarsi prima di sposarsi o alla nascita del primo figlio. Era altrettanto normale consegnarsi, calzate e vestite, nelle mani di uno sconosciuto "finché - recitava il prete ai matrimoni - morte non vi separi".
Quante donne invecchiavano disperate e rassegnate accanto a uomini violenti e/o buoni a nulla sopportando schiaffi, tradimenti e insulti? Tante, soprattutto quelle che non avevano un lavoro.
La mia generazione vide l'entrata in massa delle donne nel mondo del lavoro: tanta  fatica, ma altrettanta libertà.
Poi, prima lenta e strisciante, quindi al trotto e ora al galoppo, la crisi: con la chiusura delle fabbriche e quella parola che, al solo sentirla, mette i brividi: disoccupazione. Problema economico, politico e sociale.
La globalizzazione ha portato con sé la possibilità di "delocalizzare" , spostare la produzione dove il lavoro costa meno. Il lavoro è un costo d'impresa, compresso incrementa il profitto che costituisce l'obiettivo dell'imprenditore. "E il mercato, bellezza"...
Il Matteo nazionale è basito e si chiede come la gente sia così ottusa da non capirlo. D'altro canto il nostro è un popolo vecchio, formato al 50% da individui superati, obsoleti. Da "rottamare".
"Il mondo è cambiato", strilla dai microfoni della Leopalda.
Ma il cambiamento, caro Matteo, non è sempre di segno positivo: può anche portare fulmini  e saette. Il mercato del lavoro non è quello delle patate, è una realtà complessa: da una parte i lavoratori dall'altra le imprese. Stavo per scrivere i padroni
Mentre scrivo Matteo tuona "il posto fisso non esiste più". Scomparso, come i padroni e gli schiavi? Il lavoro c'è ancora?, magari è scivolato via passandomi sotto il naso senza che me ne accorgessi...Certamente non sono scomparsi la corruzione, il lavoro nero, le ruberie, le tangenti... Siamo sicuri che il primo da eliminare dovesse essere proprio il "po(a)sto fisso?" Volendo tutelare gli imprenditori, senza dubbio, ed è qui che casca il palco: sulla scelta ideologica che orienta necessariamente la scelta politica.. Matteo Renzi ha gettato la maschera: lui ha scelto da che parte stare: ha scelto di discettare di imprese e lavoratori alla Leopolda. Landini ha scelto di rischiare una manganellata in piazza, in mezzo ai "suoi" lavoratori che hanno perso il posto di lavoro...
Anch'io ho scelto: sto con Landini, con gli operai, con il Sindacato, non con quelli che, a buon diritto, posso di nuovo chiamare con il loro nome: Padroni!

1 commento:

  1. Bellissimo e purtroppo verissimo. Speriamo, in attesa della prossima Leopolda, ci lascino ancora la facoltà di dissentire e soprattutto quella di manifestare la propria criticità.

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