mercoledì 15 aprile 2009

Parole

Scrivi tu che scrivo anch’io
scrive pure nostro zio
Le parole son di fuoco
sono frecce a dire poco,
le parole sono dure
per descriver le paure
il tormento, il pianto, l’urlo

Ingegnere era crepato quel soffitto a te mostrato?
Assessore, non averlo sospettato
è da uomo, a dir poco, ritardato
Manco il sindaco ha capito
che l’inferno era ad un dito
dalle case,
dai bambini che giocavan nei giardini
dai ragazzi, che tra frizzi e pure lazzi
son crepati nei palazzi, costruiti con la sabbia
lieve, lieve,
come panna come neve
….
non è certo la parola a essere greve
Scrivi tu che scrivo anch’io
scrive pure nostro zio
Le parole fan paura,
se ci vuole la censura
Le parole sono un’arma
Che disturba ‘sta marmaglia
Difendiamole coi denti,
che a voler esser prudenti
alla lunga
si diventa conniventi.

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