mercoledì 30 dicembre 2009

Controllo, appartenenza e Fb

Dopo aver mosso i primi esitanti passi su MySpace e aver aperto un blog, mi sono iscritta a Fb. Sorvolando sulla difficoltà, strettamente tecnica, incontrata nell'usare questo spazio, non mi ha entusiasmato rendermi conto che la voglia di raccontarmi era stata ingabbiata in modalità e quantità prefissate. Con quale obiettivo? Quello di rendere più rapida, facile e ampia la comunicazione. Ma la comunicazione è confronto? Il confronto la presuppone ma non è scontato l'inverso. Io sul web ho cercato confronto e approfondimento ma devo precisare che, essendo una pensionata, questa mia ricerca non era finalizzata al conseguimento di un qualsivoglia tornaconto economico. Dopo una vita che, come per la maggior parte delle persone, si era snodata attraverso percorsi obbligati di orari, doveri, necessità, ora potevo concedermi il lusso di girovagare in piena libertà da un blog a un Social Network, sulla spinta unicamente della curiosità e dell'interesse a capire o approfondire un certo argomento. In tempi perigliosi come quelli che stiamo vivendo è scontato che molti frequentatori del web, tra cui molti blogger, abbiano scelto di privilegiare i Social Network per due motivi: perché consentono una comunicazione più immediata, schematica e quindi incisiva, e una diversa modalità di contatto. Non i contatti che si instaurano con i commentatori dei blog che possono apparire e scomparire come meteore, ma contatti con una "base" più ampia e costante nella sua partecipazione. La Serenissima come tastava il polso ai sudditi che popolavano le terre su cui si estendeva il suo dominio? Attraverso la figura dell'oste, che godeva di una posizione di prestigio poiché davanti al suo bancone passava un po' tutto il paese e, tra un bicchiere di vino e due chiacchiere, era possibile cogliere gli umori, individuare i disagi, prevenire le ribellioni dei sudditi, soprattutto di quelli più turbolenti. Fb è il bar dell'agorà dove si va a prendere l'aperitivo e dove, almeno di vista, ci si conosce tutti. E' il terreno di coltura dell'appartenenza, anche la più innocente. Forse per questo motivo - come, a mio avviso, molto correttamente si afferma ne Il nuovo mondo di Galatea - il ministro Schifani ha colto la pericolosità del Social Network più frequentato e per questo spazio e, non per il blog, ha invocato regole e limiti. Il blogger tradizionale non si aggrega, si isola e nel confronto con pochi la sua influenza si frantuma in scontri che non disturbano il potere.
Recentemente, combinando pasticci e ignorando le regole del "bon ton" informatico ho osato una sortita in uno spazio per me nuovo:Friend Feed e Twitter, ma ne parlerò alla prossima puntata.
Può essere utile leggere Diario semiserio di un viaggio viruale e Ancora blog

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